Scena censurata - Accettazione.

Scena censurata di “Storie di Saab”.

Incest. PWP. NSFW.

 

 

 

 

Portò una mano ad accarezzare il viso del fratello mentre esplorava la sua bocca. La mano scese verso il collo ancora con un ritmo lento, saggiando la sua pelle. Sentì un braccio di Vilya insinuarsi sotto di sé per cingergli il fianco e tirarlo verso di lui. Si fece trascinare contro il suo corpo e per reggersi meglio poggiò la mano sul suo petto glabro, che riempì il palmo aperto. Mugugnò appena nella sua bocca e rincarò i baci, affamato. Si rendeva perfettamente conto che nei propri pantaloni la sua erezione stesse pulsando torturata e insoddisfatta, e che le prime gocce di umore lo stessero bagnando. Per fortuna il suo bacino non aderiva a quello del più grande. Maledisse subito l’ultima osservazione, quando nella foga riportò la mano sul viso di Vilya, lo stese con la nuca sul cuscino e lo seguì per continuare a lottare con la sua lingua e Vilya se lo trascinò addosso con entrambe le braccia, così da premere quell’erezione su di sé. Questo ebbe il risultato di acuire gli ansiti e i baci del drow, che iniziò ad emettere un respiro rotto quando si liberava dalle sue labbra.
 
So’o sentì anche il sesso di Vilya che si induriva sotto le stoffe dei due pantaloni, e, già accaldato, arrossì maggiormente ed esalò un sospiro di piacere. Si bloccò un po’: iniziò a tremare appena, un poco spaventato. Vilya iniziò ad accarezzarlo per farlo calmare. Le sue mani gli scaldarono i fianchi e la schiena. So’o sollevò le braccia e le intrecciò attorno al collo del ragazzo, e continuò a torturare le sue labbra, mordendole, tirandole e succhiandole, senza muovere il resto del corpo. Neanche Vilya accennò a fare altro, rispondendo solo al suo stuzzicare, ma appena sentì che So’o si stava calmando fermò le mani sui suoi fianchi e premette il naso sul suo, staccando le loro labbra. Provò a sfregarsi piano sul suo sesso con il proprio in un inarcare del bacino. So’o seguì il movimento, venne anche spinto in avanti, e alla fine della carezza si fece sfuggire un caldo, roco gemito di piacere sulla bocca del più grande. Serrò gli occhi. Si sentiva infiammare la faccia e il cuore piacevolmente leggero in una sensazione di piacere ed eccitazione. Respirava profondamente, sollevando il petto su quello di Vilya quando i suoi polmoni si espandevano. Vilya ripeté il movimento. Stavolta So’o sentì la pelle accapponarsi in un brivido di piacere.
 
“Ah…”
 
Gemette debole, chinando il viso contro il suo. La vergogna lo afferrò. Si strinse forte al suo collo e nascose la faccia tra il proprio braccio e la nuca del ragazzo. Intanto lo lasciava proseguire. Fermandosi, all’inizio, poi lo sentì prendere un ritmo, ancora lento ma per lui estremamente eccitante. Non riuscì a trattenersi dal gemere ogni tanto e iniziò a rispondergli, piantando le ginocchia sul letto per spingersi su e giù. Fremette di nuovo e mugugnò qualche altro gemito, senza fermarsi. Anche il respiro di Vilya si fece pesante ed eccitato. Le mani sui fianchi del biondo iniziarono a guidarlo su e giù in una presa salda e movimenti esperti. Il ritmo divenne affiatato. So’o premette le labbra dischiuse sulla pelle morbida del collo di Vilya e continuò a gemere, alzando gradualmente la voce. Sentì l’erezione che stava per scoppiargli e i pantaloni bagnati, e i fremiti, che non smettevano più di percorrere il suo corpo, gli dicevano che stava per avere un orgasmo. Si sfregò energicamente sull’altro in alcune spinte e lo sentì fare lo stesso. La gola di Vilya vibrò un gemito strozzato, roco, e poi un altro più esplicito. Sentì il corpo del più grande venire scosso da un fremito e capì che stava venendo, anche se non aveva smesso di guidare le anche di So’o su e giù con le proprie mani. Sapere questa cosa offuscò del tutto il pensiero del mezzodrow, che tornò presente solo quando sentì di starsi venendo nei pantaloni. Vilya lo fece strofinare ancora un poco mentre lui si stringeva forte e gemeva, prima di staccare le mani da lui.
So’o rimase accasciato su di lui e si prese del tempo per regolarizzare il respiro.
 
“… c’erano delle guardie fuori?”
Borbottò stranito Vilya, con voce impastata.
So’o scosse il capo. Non voleva dire ‘no’. Voleva dire ‘vuoi che me ne freghi qualcosa, in questo momento? ’
Era sicuro che Vilya avrebbe compreso l’antifona.